Albiol: "Quattro vittorie prima di Torino"
Interviste
30 Marzo 2018 Fonte:
Corriere dello Sport
"Solo se arriviamo alla partita con la Juve con i due punti di distacco che ci sono oggi, sarà una sfida decisiva"
«Il nostro obiettivo ad inizio stagione era arrivare alle ultime dieci giornate in una posizione che ci permettesse di giocarci la vittoria del campionato. E ci siamo. Gli altri anni la Juve arrivava a questo punto della stagione con grande vantaggio, stavolta può dipendere tutto da noi. Loro sono storicamente ed economicamente la squadra più forte d'Italia, sono sei anni consecutivi che vincono lo scudetto e hanno fatto due finali di Champions in tre anni. Oltretutto ogni estate comprano giocatori per 30-40 milioni o più: Douglas Costa, Bernardeschi e Matuidi quest'anno, Higuain e Pjanic prima...Noi non siamo favoriti, davanti a noi economicamente ci sono Milan, Inter, Roma, non sentiamo l'obbligo di vincere lo scudetto ma vogliamo farlo, vogliamo lottare contro il club più potente d'Italia e lo stiamo facendo». Così inizia la lunga intervista di Marca a Raul Albiol, pilastro della difesa di Sarri e di questa incredibile stagione del Napoli, ultimo goleador azzurro nella partita col Genoa che ha riportato a -2 la Juventus: «Abbiamo battuto il Genoa con un mio gol, la mia felicità era soprattutto per la vittoria, dovevamo assolutamente centrare i tre punti per riavvicinarci alla Juventus. Mancano nove partite, ora si soffre di più perché ogni squadra che affronti si gioca qualcosa: la salvezza, entrare in Europa...»
FAMIGLIA, TIFOSI, GENTE...NAPOLI - «Questo Napoli è una famiglia, stiamo dando tutto per inseguire un sogno, lo stesso di una città: arrivare al titolo dopo 28 anni. Il sogno della gente è lo stesso nostro, e possiamo realizzarlo se restiamo uniti. Nove partite sembrano poche ma se pensi che dobbiamo vincerle tutte...Non pensiamo ad altro, per noi è quasi una ossessione, sentiamo l'entusiasmo e l'amore di tutta Napoli con noi».
IL FATTORE SARRI E IL GIOCO - «Cosa ci ha dato Sarri? Dal primo giorno che ho lavorato con lui sono cresciuto, ho imparato tante cose. E come me tutti: siamo migliorati ogni stagione, come dimostrano anche i numeri, e questo ti dà fiducia per continuare a lavorare e crescere. Questa stagione siamo ulteriormente migliorati in difesa, lo scudetto sarebbe il culmine di questa crescita. Se siamo la squadra che gioca meglio in Europa? Non lo so, noi ci sentiamo felici a giocare il nostro calcio. C'è a chi piace e a chi no, ma noi giochiamo tenendo la palla e attaccando. Non possiamo metterci a difendere perché abbiamo tanti giocatori piccoli e tecnici, la qualità di questo gruppo è avere il pallone tra i piedi, attaccare e stare nella metà campo avversaria. Il mister ci chiede di giocare a due tocchi, niente lanci lunghi. Abbiamo raffinato il nostro stile di gioco che è perfetto per il tipo di giocatori che abbiamo e siamo cresciuti: Koulibaly e Mertens sono gli esempi del salto di qualità che abbiamo fatto, individualmente e collettivamente: nessuno pensava che saremmo potuti arrivare a questo livello».
LA SFIDA DI TORINO - «Sarri dice che sono il primo regista del Napoli? Con gli anni ho acquisito maturità nel leggere il gioco e affrontare le partite e nel campo si nota. L'esperienza ti aiuta a imparare e a diminuire gli errori. Io lavoro per dare il massimo. Sempre. La sfida con la Juventus decisiva? Tutti parlano di questa partita ma prima dobbiamo vincere le quattro partite che ci separano dalla sfida di Torino, altrimenti lo scontro diretto non servirà a nulla. Se arriviamo a quella sfida con i due punti di distacco che ci sono oggi, allora sarà una sfida decisiva».
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